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Contratto di locazione di natura transitoria: cos’è e come funziona

Contratto di locazione di natura transitoria: cos’è e come funziona

 

La stipula di un contratto d’affitto ad uso transitorio conviene quando l’esigenza alla base della locazione è circoscritta ad un periodo di tempo limitato. Scopriamo quali sono le caratteristiche principali di questa formula contrattuale.

contratti di locazione di natura transitoria sono particolarmente flessibili e, per questo, sempre più utilizzati. Con questa tipologia di contratto, il locatore mette a disposizione di un conduttore un immobile per esigenze temporanee e non turistiche.

Normativa di riferimento del contratto di locazione di natura transitoria

I contratti di locazione di natura transitoria sono disciplinati dall’art. 5 della legge n. 431/1998 e dall’art. 2 del Decreto Ministeriale del 5 marzo 1999, sostituito dal Decreto del 30 dicembre 2002. Pena nullità, questa tipologia di contratto deve essere redatto in forma scritta, utilizzando i modelli di locazione predisposti dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, e deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate. La registrazione è obbligatoria perché i contratti di locazione ad uso transitorio hanno una durata superiore ai 30 giorni.

All’interno del contratto d’affitto è necessario inserire le generalità delle parti, la descrizione dell’immobile in locazione, l’importo del canone pattuito, la modalità di versamento del canone, la durata del contratto e la clausola con la quale il conduttore dichiara di aver preso visione dell’APE.

Esigenza transitoria: cos’è

Quando si compila il modello del contratto di locazione di natura transitoria è fondamentale dare indicazione dell’esigenza transitoria che sta alla base della stipula del contratto d’affitto. Ciò che bisogna fare è allegare tutta la documentazione che prova quanto affermato all’interno del contratto.

Ad esempio, se il motivo della transitorietà è un’esigenza lavorativa, occorre allegare al contratto di locazione il contratto di lavoro subordinato del conduttore. Se questa indicazione viene omessa, il contratto di locazione di natura transitoria si trasforma in contratto d’affitto a canone libero e la sua durata sarà di quattro anni, rinnovabili per altri quattro.

I contratti ad uso transitorio, quindi, hanno l’obiettivo di permettere alle parti di stipulare un contratto in grado di adattarsi ad esigenze temporanee. Il motivo della transitorietà può essere non solo legato ad un’esigenza lavorativa, ma anche ad esigenze di studio. Una tendenza molto diffusa, infatti, è attivare contratti di locazione di natura transitoria per studenti universitari.

Contratto di locazione di natura transitoria: durata, rinnovo e canone

La durata dei contratti di locazione di natura transitoria è disciplinata dalla legge. Essa va da un minimo di 30 giorni fino ad un massimo di 18 mesi. Dopo la naturale scadenza del contratto, è possibile rinnovarlo, purché l’esigenza transitoria del conduttore perduri. In questo caso, è indispensabile che il conduttore provveda a comunicare all’altra parte il protrarsi dell’esigenza transitoria a mezzo raccomandata.

Per quanto riguarda l’ammontare dell’affitto, il contratto di locazione di natura transitoria è a canone concordato: può essere liberamente pattuito da conduttore e locatore, fatta eccezione per le città italiane considerate ad alta densità abitativa, come Roma, Milano, Torino e Venezia.