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Aumento tassi mutui 2022 per guerra e inflazione: che fare?

Aumento tassi mutui 2022 per guerra e inflazione: che fare?

 

L’era dei mutui super convenienti sembra essere definitivamente avviata alla fine. Inflazione e conflitto in Ucraina hanno accelerato il ritorno dei tassi di interesse sui mutui in territorio positivo, rendendo più cari soprattutto i mutui a tasso fisso, ma c’è incertezza anche per quanto riguarda il prossimo andamento dei mutui a tasso variabile. Vediamo di quanto sono aumentati i tassi dei mutui qual è la situazione attuale in confronto a quella di qualche mese fa.

Andamento dei tassi Eurirs ed Euribor da inizio anno

Da inizio anno, i tassi di riferimento per i mutui a tasso variabile e, soprattutto, a tasso fisso hanno mostrato ampi movimenti.

Per quanto riguarda l’Euribor, riferimento per i mutui a tasso variabile, il confronto tra i tassi rilevati al 4 gennaio e al 4 maggio vede una scadenza a un mese cambiata da -0.58 a -0.54, la scadenza a tre mesi da -0.57 a -0.43, la scadenza a sei mesi da -0.54 a -0.21. Una situazione quindi in cui si resta ampiamente sotto lo zero ma in cui i mutui a tasso variabile sono stati ritoccati al rialzo, soprattutto in riferimento alla scadenza a tre mesi che è quella comunemente utilizzata per i mutui di questo tipo in Italia.

Per quanto riguarda i mutui a tasso fisso, i movimento al rialzo è ancora più marcato. Tra il 4 gennaio e il 4 maggio abbiamo infatti un tasso Eurirs variato da  0.34 a 1.78 per la scadenza a dieci anni; da 0.53 a 1.89 per la scadenza a 15 anni; da 0.59 a 1.78 per la scadenza a 20 anni; da 0.57 a 1.62 per la scadenza a 25 anni; da 0.53 a 147 per la scadenza a 30 anni.

Ulteriori ritocchi al rialzo sono dovuti agli aggiustamenti degli spread bancari e sono attesi durante l’anno qualora, come è probabile, la Bce dovesse decidere di alzare i tassi di interesse.

Rate del mutuo in aumento

Vari istituti affermano che tutte le banche hanno alzato gli spread, alcune anche raddoppiandoli, altre di circa il 50%. In media possiamo dire che all’inizio dell’anno si potevano ottenere mutui a tasso fisso nell’ambito dello 0,80% – 1% e che ora sono aumentati all’1,80% – 2,50%.

I titolari di mutui dovranno quindi pagare più interessi sui prestiti per finanziare l’acquisto di una casa. Tralasciando i costi che il cliente deve assumersi (come la perizia dell’immobile o le tasse legate all’operazione di vendita), il costo aggiuntivo dovuto all’aumento degli interessi, secondo il Codacons, si avvicina ai 9.000 euro annui.

Va ricordato che più lunga è la durata per del prestito, maggiore è l’interesse che il consumatore deve assumersi. Pertanto, l’impatto del rialzo dei tassi di interesse è maggiore nei mutui a 30 anni rispetto a quelli sottoscritti a 10 o 20 anni.

Particolarmente colpiti saranno i giovani, poiché sono più propensi a richiedere termini di finanziamento più lunghi rispetto ai consumatori di altre fasce di età. Peraltro, i mutui concessi agli under 36 potrebbero riscontrare uno stop.